MISTERO E MALINCONIA D’UNA STRADA CHE HO SEMPRE CONOSCIUTO
Opera pittorica di Giorgio De Chirico” MISTERO E MALINCONIA D’UNA STRADA CHE HO SEMPRE CONOSCIUTO ”.
Affascinata dalle minacce e dal pericolo, la mia mente da (ancora) bambina scelse questo quadro come il più bello che io l’abbia mai visto fino all’ora.
Avevo 11 anni.
La presenza e l’assenza in un unico insieme di prospettive difforme e esagerate . Li ritrovavo il mio IO. Il mio ‘’io’’ da bambina ritrovato inconsciemente in questo dipinto privo di ogni manifestazione vivente, privo di anime e contemporaneamente colmo di esse.
Presenze sentite dentro la magia dell’invisibile.
La metafisica come la metà-fisica e la metà-Altro. Come la mèta della contingenza dell’esperienza sensibile, in uno spazio architettonico dove i sensi sono attivi anche in assenza di imput.
mistero e malinconia d’una strada che ho sempre conosciuto
La mia mente dal bambina attratta dal chaos del ordine e dal ordine chaotico si sprofondava nel mistero e nella malinconia di quella strada . Quella immaginaria e virtuale strada che non è mai esistita se non nei suoi surreali sogni.
Provavo il senso della permanenza, come se in quel posto io ci fossi già stata , in un’altra vita , precedente o successiva a questa. E’ quello che ho sempre saputo !
Quella strada dalla quale quell’ombra apparentemente misteriosa è sicuramente divina ! Quell’ombra minacciosa che si intravede diventa spazio costante. Spazio senza coordinate . Spazio senza tempo.
Tempo e Spazio dove la bambina ha deciso di congelare la sua anima per non crescere mai più. Un gioco da bambina come nel quadro?
Assolutamente no !
La potenza della visione diventa realtà palpabile in uno stato di morbosa sensibilità , una nuova matematica dedicata a studiare la qualità , delimitando un confine unificato, periferico, al margine dell’essere :
L’ATTESA
Tutto in quel quadro è decontestualizzato… a fine di rivisitare il concetto di spazio aperto a visioni mentali imprevedibili , oniriche e forse anche agorafobiche. Il freddo , il vuoto , qualcosa di diverso che prima non avevo mai provato. Una piacevole paura forse !
L’enigma di quella strada e la malinconia di quella bambina attinge il confine della volontà di estraniarsi al mondo e dalle cose per consentire agli oggetti che lo compongono di diventare processi incogniti nella mente.
Il geometrico lirismo rievoca testimonianze appartenenti alla nostra mente inconscia , al infinito come simbolo inciso nella nostra matrice spiazzando le … ASPETTATIVE.
Ombre assurde e irreali nell’ordinata geometrie spaziale alzano un universo di dubbi sulla limitazione di quella parte del nostro essere chiamata Realtà.
Ogni volta che vedo quel quadro è come se lo vedessi per la prima volta . Quel stato di rivelazione e di sorpresa mischiato all’enigma che trascende e mi trascina nei ricordi emotivi che provavo da piccola . Qualcosa di inesplicabile, ecco l’ingrediente che ha contribuito a farmi fare grand parte delle scelte di vita, tra le decisioni, forse la più consistente, quella di fare l’artista.
PER DIRVI QUESTO HO INDOSSATO :
Abito in velluto , vernice e cotone con stampa originale e maniche rifinite in organza, vedi tutte le collezioni cliccando QUI
Scarpe Le Silla.
Anello modellato in resina
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Brand ”Amira di Transilvania” Couture , capi unici riproducibili su misura al indirizzo di contatto.
ARTE
Dipinto : ”Sentire il riflesso” , acrilico e collage su tela, opera del 1998 , misure 50 x 70 cm , vedi altre opere del Archivio dell’artista cliccando QUI
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